”La tendenza dei paesi del Lazio a rifugiarsi su acropoli scoscese raggiunse a Calcata il suo limite estremo: le case, costruite con la stessa pietra del basamento, si distinguono appena dalla struttura sfaccettata, una vibrazione più sottile e minuta, dalla quale emergono i volumi del Castello e della Chiesa, senza un deciso contrasto di scala”.
Prof. Paolo Portoghesi
Le prime notizie certe di Calcata le ritroviamo a partire dal 780 d.C. quando Papa Adriano I fondò la Domusculta Capracorum, una delle tenute papali destinate a garantire l’approvvigionamento di Roma e in un secondo documento del 974 è riportata la citazione del Borgo in una donazione di Calcata all’Abate di San Gregorio di Roma.
Da quel momento la ricostruzione storica parla di una lunga serie di padroni e protettori fino alla cessione del feudo ai Sinibaldi nel 1180, entrando a fa parte del “Castrum Sinibaldorum” (come riportato nel Liber Censuum Ecclesiae).
Nel 1266 il Castrum Sinibaldorum fu concesso da Clemente IV a Pietro di Vico (insieme a Nepi e Civita Castellana) e nel 1291 fu acquisito dagli Anguillara, che costruirono un nuovo Castello sul promontorio di Calcata utilizzando come fondamenta i resti delle mura del periodo falisco.
Nel 1557 si verificò l’avvenimento più importante della storia religiosa di Calcata: il rinvenimento di un reliquiario contenente il supposto Sacro Prepuzio di Cristo, che venne posto nella Chiesa del SS. Nome di Gesù e che il papa riconobbe con indulgenza plenaria.
Le famiglie Sinibaldi e Anguillara si alternarono nel controllo del Borgo fino al 1805 quando Calcata è ereditata dalla famiglia Massimi, duchi di Rignano e nel 1925 acquistata dalla famiglia Ferrauti.
Nel 1935 Giovanni Ferrauti, divenuto podestà, fece iscrivere Calcata tra i comuni beneficiari della legge del 1908 che prevedeva il “consolidamento di frane minaccianti, abitati e trasferimento di abitati in nuova sede a spese dello Stato.” In particolare ai proprietari delle case nel borgo erano concessi a uso gratuito 100 mq a condizione che si trasferissero e entro dieci anni demolissero le vecchie abitazioni.
Fortunatamente nessuno si preoccupò di ottemperare ai dettati di questa legge, salvando così Calcata dall’abbandono e dalla demolizione, tanto che nel 1939 con la legge n. 1089 entra tra i luoghi d’interesse artistico e storico e con la legge n. 1497 a protezione delle bellezze naturali, tutta la zona intorno a Calcata è sottoposta a vincolo.
Nel 1959 viene ultimato il progetto del Genio Civile e ha inizio la lottizzazione, ma soltanto dal 1966 iniziano i primi trasferimenti degli abitanti dal centro storico al nuovo abitato.
In contemporanea, proprio negli anni Sessanta, la Calcata medievale viene riscoperta da gente che ha cercato e che cerca di recuperare e mantenere la bellezza di questo centro che si è preservato miracolosamente unitario ed armonico fino ad oggi.
Nel 1982 con la legge n. 43 delle Regione Lazio è istituito il Parco suburbano della Valle del Treja e sempre in quegli stessi anni una serie di interventi regionali di restauro e conservazione hanno preservato Calcata dall’abbandono, permettendo la permanenza abitativa nel borgo e l’avvio di una nuova residenzialità proveniente in massima parte da Roma e legata alla possibilità di svolgere nel paese interessanti azioni di carattere artistico e culturale. In questo periodo si trasferiscono personalità come l’architetto Paolo Portoghesi, il coreografo americano Paul Steffen.
Il musicista Roberto Ciotti ricorda: “Ho conosciuto Calcata negli anni `70 e sono rimasto subito affascinato dalla sua bellezza romantica e suggestiva. È sempre stata per me fonte di ispirazione e di sfogo. È qui che ho composto molte delle mie canzoni e le colonne sonore di Marrakesh Express e Tournè di Gabriele Salvatores…”
780 d.C.Santa Maria
Le prime notizie certe di Calcata le ritroviamo a partire dal 780 d.C. quando Papa Adriano I fondò la Domusculta Capracorum, una delle tenute papali destinate a garantire l'approvvigionamento di Roma e in un secondo documento del 974 è riportata la citazione del Borgo in una donazione di Calcata all’Abate di San Gregorio di Roma. Da quel momento la ricostruzione storica parla di una lunga serie di padroni e protettori fino alla cessione del feudo ai Sinibaldi nel 1180, entrando a fa parte del “Castrum Sinibaldorum” (come riportato nel Liber Censuum Ecclesiae).
1266 d.C.Il Castello
Nel 1266 il Castrum Sinibaldorum fu concesso da Clemente IV a Pietro di Vico (insieme a Nepi e Civita Castellana) e nel 1291 fu acquisito dagli Anguillara, che costruirono un nuovo Castello sul promontorio di Calcata utilizzando come fondamenta i resti delle mura del periodo falisco.
1557 d.C.La Reliquia Sacra
Nel 1557 si verificò l’avvenimento più importante della storia religiosa di Calcata: il rinvenimento di un reliquiario contenente il supposto Sacro Prepuzio di Cristo, che venne posto nella Chiesa del SS. Nome di Gesù e che il papa riconobbe con indulgenza plenaria.
Le famiglie Sinibaldi e Anguillara si alternarono nel controllo del Borgo fino al 1805 quando Calcata è ereditata dalla famiglia Massimi, duchi di Rignano e nel 1925 acquistata dalla famiglia Ferrauti.
1935 d.C.Giovanni Ferrauti podestà
Nel 1935 Giovanni Ferrauti, divenuto podestà, fece iscrivere Calcata tra i comuni beneficiari della legge del 1908 che prevedeva il “consolidamento di frane minaccianti, abitati e trasferimento di abitati in nuova sede a spese dello Stato.” In particolare ai proprietari delle case nel borgo erano concessi a uso gratuito 100 mq a condizione che si trasferissero e entro dieci anni demolissero le vecchie abitazioni.
Fortunatamente nessuno si preoccupò di ottemperare ai dettati di questa legge, salvando così Calcata dall’abbandono e dalla demolizione, tanto che nel 1939 con la legge n. 1089 entra tra i luoghi d’interesse artistico e storico e con la legge n. 1497 a protezione delle bellezze naturali, tutta la zona intorno a Calcata è sottoposta a vincolo.
1959 d.C.Progetto Genio Civile
Nel 1959 viene ultimato il progetto del Genio Civile e ha inizio la lottizzazione, ma soltanto dal 1966 iniziano i primi trasferimenti degli abitanti dal centro storico al nuovo abitato.
In contemporanea, proprio negli anni Sessanta, la Calcata medievale viene riscoperta da gente che ha cercato e che cerca di recuperare e mantenere la bellezza di questo centro che si è preservato miracolosamente unitario ed armonico fino ad oggi.
1982 d.C."Parco suburbano della Valle del Teja"
Nel 1982 con la legge n. 43 delle Regione Lazio è istituito il Parco suburbano della Valle del Treja e sempre in quegli stessi anni una serie di interventi regionali di restauro e conservazione hanno preservato Calcata dall’abbandono, permettendo la permanenza abitativa nel borgo e l’avvio di una nuova residenzialità proveniente in massima parte da Roma e legata alla possibilità di svolgere nel paese interessanti azioni di carattere artistico e culturale. In questo periodo si trasferiscono personalità come l’architetto Paolo Portoghesi, il coreografo americano Paul Steffen.
Il musicista Roberto Ciotti ricorda: “Ho conosciuto Calcata negli anni `70 e sono rimasto subito affascinato dalla sua bellezza romantica e suggestiva. È sempre stata per me fonte di ispirazione e di sfogo. È qui che ho composto molte delle mie canzoni e le colonne sonore di Marrakesh express e Tournè di Gabriele Salvatores...”
La conservazione del Borgo di Calcata ha colpito l’immaginario di tantissimi artisti, tra i quali anche Hayoo Miyazaki che dopo averla visitata nel 1990, ne ha preso largo spunto per l’architettura del “Glibli Museum” e per gli esterni del suo film “Laputa – Castello nel cielo”. Nel documentario Isao Tanaka, (l’altro socio dello Studio Ghibli) ricorda: “Questa è Calcata, una della misteriose città italiane che stanno sopra una collina. Secoli di costruzione e ricostruzione all’interno di questa piccola area hanno creato un’atmosfera di armonia.”
Calcata è stata scelta come location da tantissimi registi, come Pier Paolo Pasolini per “Decameron”, Mario Monicelli per “Amici Miei”, Luigi Comencini per “Le avventure di Pinocchio”, Andrej Tarkovskij per “Nostalghia”, Abel Ferrara per “Mary”, Sergio Corbucci per “La mazzetta”, Luca Barbareschi per “Arena” e tanti altri fino al recente Ridley Scott per “All the money in the world”. Nel 1980 il cantautore Fabrizio De André ha girato a Calcata la canzone dedicata a Pasolini, “Una storia sbagliata”.
Calcata viene anche citata nell’Ulisse di James Joyce, nel romanzo “Il Vangelo secondo Gesù Cristo” di José Saramago, nel romanzo “Un delitto a regola d’arte” di Donald Bain e in “Passeggiate Romane” di Stendhal.
Calcata vive ancora oggi un’importante fermento culturale ed artistico grazie ad artisti, pittori e scultori ma anche designer e grafici, che hanno aperto le loro botteghe e i loro studi e centri culturali proprio nel centro storico.
Tanti anche gli eventi culturali e tradizionali: Calcata Poesia, Calcata Fotografia, il Festival Dell’Illustrazione, Ad Arte Teatro Cinefestival, Samhain a Calcata Festa D’Autunno (Halloween), Calcata Film Festival, la Festa dei SS Cornelio e Cipriano.
La storia e la vitalità culturale di Calcata la rendono un esempio unico, un borgo medievale che si protende verso il futuro con la sua storia, la sua cultura, la sua arte e il suo artigianato artistico.